RIPRESA DEI PELLEGRINAGGI ALLA PALLAVICINA

Sono ripresi i pellegrinaggi vocazionali alla Pallavicina, il SECONDO SABATO DEL MESE. Il programma prevede la preghiera del santo Rosario alle ore 7.30, a seguire la santa Messa. I due momenti saranno animati, a rotazione, dalle zone pastorali e dai gruppi e associazioni diocesani.

Per il mese di ottobre sono state invitate la zona est e l Associazione Unitalsi, che hanno accolto la proposta a pregare per tutte le vocazioni. La celebrazione è stata presieduta da don Giancarlo Scotti, vicario di zona e concelebrata da diversi confratelli, fra cui don Giuseppe Dossena, assistente Unitalsi.

Il vescovo Daniele (impegnato in altre celebrazioni durante la giornata) non ha mancato di salutare i fedeli al termine della messa. Per i prossimi sabati saremo lieti di incontrare le altre zone e gli altri gruppi, sempre nel rispetto delle norme anticovid.

La commissione diocesana di pastorale vocazionale

DIACONATO PERMANENTE: PRIME ORDINAZIONI IN DIOCESI

Serata storica questa sera in cattedrale alle ore 21. Il vescovo Daniele ha ordinato i primi due diaconi permanenti della diocesi di Crema. Sono Alessandro Benzi, coniugato con due figli, impiegato in banca, della parrocchia di San Benedetto e membro della Commissione Diocesana della Catechesi; e Antonino Andronico, coniugato con due figli, giurista, della parrocchia di San Bernardino, membro della Commissione Liturgica Diocesana e del Consiglio Pastorale Diocesano.

Ma anche una serata gioiosa, che segue alla liberazione del missionario cremasco padre Gigi Maccalli, rapito in Niger da terroristi islamici due anni fa e liberato giovedì in tarda serata.

Il vescovo Daniele, all’inizio della celebrazione, ha ringraziato il Signore per il dono del diaconato, ha salutato Antonino a Alessandro e le rispettive famiglie, tutti i presenti e in modo particolare padre Gigi “che anche se non è presente – ha detto – è tuttavia già arrivato a Madignano. Il Signore ci ha dimostrato in questi giorni la sua immensa bontà.”

La celebrazione dell’ordinazione diaconale, presenti numerosi sacerdoti, sull’altare anche i due parroci di San Benedetto e di San Bernardino, e molti fedeli pur nella garanzia della sicurezza sanitaria (tutti indistintamente dotati di mascherina), è iniziata, dopo la proclamazione del Vangelo, con la presentazione dei due candidati da parte di don Ginelli che, assieme a don Ferrari, li ha accompagnati nella lunga formazione degli anni scorsi.

Il vescovo ha chiesto la conferma della loro scelta ai candidati e non solo: ha voluto ascoltare anche il consenso delle due mogli che si erano avvicinate assieme ai rispettivi sposi accompagnate dai figli. Un momento singolare e gioioso.

Poi l’omelia del vescovo Daniele che, commentando il vangelo della domenica (il banchetto di nozze al quale il Padre invita tutti i poveri, dopo il rifiuto degli invitati), s’è soffermato sul comportamento dei servi (il diacono è servo per eccellenza), “quei servi che il padrone manda ai quattro angoli del regno per chiamare tutti al banchetto”.

Sono servi che ubbidiscono, anche quando l’obbedienza si fa difficile: infatti alcuni di questi servi vengono picchiati e uccisi. “Voi promettere obbedienza a me – ha detto mons. Gianotti – ma prima di tutto al Signore, obbedienza di fede nell’aver ascoltato la sua chiamata e di aver riconosciuto che in questo diaconato permanente c’era posto per voi. E obbedienza è anche vivere questo ministero come dono di Dio a servizio della Chiesa.”

Il vescovo Daniele poi ha notato che i servi del racconto evangelico passano più tempo fuori dal palazzo che dentro: sono servi in uscita. “Voi siete sposi e padri e avete un lavoro: i crocicchi delle strade sono per voi i luoghi dove vivete ogni giorno: portate qui la vostra testimonianza. Andate attrezzati con il Vangelo per chiamare tutti al banchetto del Padre.”

Il Signore al banchetto invita i poveri e gli ultimi e la Chiesa apre le porte agli scartati. “Nel vostro diaconato siate testimoni di questa scelta dei poveri. Io vi chiedo – ha sottolineato mons. Gianotti – di essere vicino a me soprattutto nel ricordarmi che primi sono i poveri. Se vivrete così non dovrete cacciare fuori nessuno dal banchetto perché voi stessi vestirete tutti della veste evangelica.”

E ricorda, per concludere, la frase di Gesù: ‘Sono venuto a servire’ per ricordare che lui è il primo diacono: “Siate sua presenza in mezzo al mondo.” Ricorda poi la parabola del giudizio: “Quando ti abbiamo visto in carcere, ecc.?” e la risposta di Gesù: “L’avete fatto a me”. Lui è presente nei poveri: “Siate dunque diaconi soprattutto a servizio dei poveri e degli ultimi, cioè di Cristo.”

Dopo l’omelia è iniziato il rito di ordinazione. Il vescovo Daniele ha chiesto ha due candidati di impegnarsi ad osservare gli impegni del diaconato, compresa l’obbedienza a lui e ai suoi successori. Proclamato il loro assenso, Alessandro e Antonino si sono distesi sul pavimento del presbiterio in segno di donazione totale, mentre l’assemblea cantava le litanie dei santi per invocare la loro protezione sui candidati. Un momento sempre molto commovente.

Poi l’ordinazione vera e propria: il vescovo, in silenzio, ha imposto le mani sul capo di ciascuno dei due candidati ed ha pronunciato la solenne preghiera di ordinazione. Ecco, Antonino e Alessandro sono diaconi. E allora indossano le vesti diaconali, ricevono dalle mani del vescovo i Vangeli che saranno chiamati a proclamare nell’assemblea e l’abbracciano fortemente in segno di figliolanza.

L’Eucarestia è continuata con i due neo-diaconi al servizio dell’altare. Hanno anche distribuito l’Eucarestia prima a moglie e figli e poi a tutti i fedeli.

Alla termine della Messa, Alessandro, anche a nome di Antonino, ha ringraziato tutti per il grande affetto di cui si sono sentiti circondati. “Siamo persone normali con tanti difetti: chiedetelo alle nostre mogli! Ma abbiamo fatto l’esperienza di essere stati tanto amati. Ora si apre per tutti noi un orizzonte nuovo.”

Il vescovo ha donato loro una stola rossa, segno di una testimonianza viva… fino al sangue, nel servizio ai fratelli. Infine la benedizione e le foto di rito.

Complimenti e auguri Alessandro e Antonino, siate testimoni di Cristo servo tra noi!

Fonte: Il Nuovo Torrazzo

PADRE GIGI MACCALLI LIBERO

Padre Gigi in Niger

LE PAROLE DEL VESCOVO DANIELE:

“Con gioia grandissima, al suono festoso delle campane della Cattedrale, della sua parrocchia di Madignano e di tante chiese delle diocesi di Crema, abbiamo accolto nella serata di giovedì 8 ottobre 2020 la notizia della liberazione, avvenuta in Mali, di padre Gigi Maccalli e di altri ostaggi che ne condividevano la prigionia: una prigionia durata, per lui, quasi venticinque mesi, da quel 17 settembre 2018 che ne ha visto il rapimento nella sua parrocchia di Bomoanga, in Niger. La gioia di tutta la Diocesi di Crema si unisce a quella dei familiari di padre Gigi – e specialmente della sorella Clementina e del fratello p. Walter –, dei confratelli missionari della Società delle Missioni Africane, della diocesi di Niamey, dai tanti amici che in questi lunghi mesi hanno condiviso l’apprensione, le speranze, la preghiera e l’attesa. Stiamo vivendo l’Ottobre missionario: vorrei leggere in questa liberazione un segno di fiducia e di incoraggiamento per tutti quelli e quelle che testimoniano il Vangelo di Gesù nelle situazioni più esposte e difficili. La liberazione di padre Gigi rafforzi la nostra fiducia nella preghiera insistente e instancabile, che Gesù raccomanda proprio nel vangelo della Messa di oggi (cf. Lc 11,5-13); e aiuti tutti noi discepoli di Gesù a dare buona testimonianza di Lui, prima di tutto con la vita evangelica e con la stessa dedizione di padre Gigi nel riconoscere e far crescere nel mondo segni di risurrezione e di vita. Mi auguro che la liberazione di p. Gigi sia un segno promettente di speranza per quanti altri sono prigionieri per la loro fede e la loro lotta per la verità, la giustizia e la riconciliazione; e sia seme di pace e fiducia per il Niger da lui tanto amato, e per tutta l’Africa. Interceda per noi il ‘nostro’ missionario martire, il beato Alfredo Cremonesi.”