L’Ordo Virginum è formato da donne che, accogliendo la chiamata del Signore, hanno deciso di donare tutta la loro vita a Lui.
La Consacrazione pubblica nelle mani del Vescovo diocesano esprime il legame con la Chiesa Diocesana (ciascuna consacrata è inserita nella propria diocesi di appartenenza – in Italia sono circa 500 le donne consacrate, appartenenti a più di 90 diocesi).
Durante il rito di Consacrazione vengono consegnati l’anello, quale segno del legame ‘sponsale’ con Cristo, e il libro della Liturgia delle Ore che esprime il primo impegno: quello della preghiera di lode e di intercessione per il mondo.
Nessun abito particolare distingue la consacrata dell’Ordo Virginum che continua a condividere con gli uomini e le donne del suo tempo, le gioie e le fatiche della vita quotidiana. Può scegliere la forma di vita che più le si addice (da sola, in famiglia, con altre consacrate) e si dedica al servizio della chiesa locale secondo forme e modalità diverse che vanno dalla preghiera all’assunzione di servizi specifici concordati con il Vescovo.
Non c’è un carisma specifico per tutto l’Ordo, ciascuna mette a disposizione i propri carismi nella Chiesa che la accoglie e che riconosce la sua vocazione.
La sostanza di questa consacrazione? “La vergine si unisce in nozze mistiche e caste a Cristo il buon e bel pastore. La consacrazione di una vergine esprime che Cristo è colui per il quale vale la pena di dare tutta la propria vita, persino i propri affetti. Questa donna sarà così testimone della resurrezione di Cristo.” Il vescovo Oscar ha poi aggiunto: “L’amore per Cristo include anche l’amore appassionato per la Chiesa alla quale la vergine dispensa cuore e mani. Cristina – ha aggiunto rivolgendosi a lei personalmente – riconosco il tuo dono di verginità maturata in tanti anni di servizio alla Chiesa. Vivi con slancio la tua consacrazione. Continuerai il servizio alla tua diocesi di Crema e non interromperai nemmeno il tuo impegno professionale. La gioia di questo giorno prevalga sempre anche nei momenti di stanchezza.”
Prima dell’omelia erano state proclamate le letture della IV domenica di Pasqua, giornata delle vocazioni e la “candidata” aveva espresso la sua volontà di consacrarsi a Dio.
Dopo l’omelia il vescovo ha rivolto a Cristina tre domande di rito, tra cui: “Vuoi essere consacrata con solenne rito nuziale a Cristo?” E lei ha risposto di sì. Quindi, prima di procedere alla solenne promessa, l’invocazione del santi, durante la quale Cristina si è prostrata sul presbiterio, in segno di donazione totale. Alla fine, ponendo le sue mani giunte in quelle del vescovo, ha pronunciato il suo proposito di castità perfetta.
È seguita la preghiera di consacrazione da parte del Vescovo, la consegna dell’anello delle “mistiche nozze con Cristo” e del libro della Liturgia delle Ore, per pregare incessantemente.
È continuata poi la celebrazione della Santa Messa, presenti una trentina di sacerdoti.