Bella e molto partecipata veglia di preghiera per le vocazioni sabato sera alle ore 21.00 nella chiesa parrocchiale di Scannabue, preparata dalla Commissione diocesana guidata da don Angelo Pedrini. Veglia in occasione della 54° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni per la quale papa Francesco ha proposto il tema: “Alzati va’, e… non temere!”
A fare gli onori di casa il parroco don Giancarlo Camastra che ha preparato al meglio la sua chiesa. Ha presieduto il vescovo Daniele.
Il percorso della preghiera è stato scandito dalla lettura del libro del profeta Giona e da gesti che hanno sottolineato i diversi momenti del curioso racconto biblico.
Innanzitutto il rifiuto di Giona: disobbedisce al Signore che lo invia a predicare a Ninive e fugge con una nave verso Tarsis. Alcuni adolescenti hanno coperto con un telo l’icona che riportava l’immagine di Giona.
Il secondo momento, la tempesta che fa rischiare la vita a tutti i marinai. Di chi la colpa? Di Giona… il profeta viene buttato in mare e la tempesta si placa. Tutti i presenti sono stati invitati a scrivere un proprio “peccato” su di un sasso e a buttarlo in un mare simbolico (un mastello d’acqua davanti all’altare).
Ed ecco il terzo momento: Giona inghiottito dalla balena. Nel ventre del pesce il profeta prega Dio insistentemente. E alcuni giovani portano alcune lampade accese davanti all’icona di Giona stesso, segni di appunto della preghiera. Nel mentre l’assemblea canta e recita salmi.
Di seguito viene distribuito ai presenti un fascicoletto di Enzo Bianchi sul significato del pregare per le vocazioni.
Nel quarto momento Giona accetta finalmente l’invito del Signore e va a predicare a Ninive. La popolazione pagana, alla parola del profeta si converte. E in un video viene presentato il racconto dell’avvicinamento a Dio di una band musicale di Vicenza, i “The Sun”.
Alla fine – ed è stato l’ultimo momento – Giona si mostra seccato della conversione dei Niniviti. Dio gli chiede: “Perché non dovrei avere pietà di Ninive?”.
Mons. Gianotti riassume poi a tutti il breve libretto biblico, ne sottolinea i vari momenti, soffermandosi sulla domanda che conclude il libro. “Stiamo parlando di vocazioni, ha aggiunto. A che cosa è chiamato Giona? È stato chiamato a capire che cosa c’è nel cuore di Dio. Giona sa che il suo cuore è disposto a fare di tutto perché gli uomini si salvino. Se uno capisce questo ed entra in sintonia con Dio, allora comprende di poter essere strumento di questo cuore del Padre. Gesù l’ha fatto più di tutti. Lasciamoci toccare da ciò che il cuore del Signore vuole e capiremo qual è la nostra vocazione.”
Un Dio che si rivela misericordioso. Misericordia significata dal gesto di pace che alcuni giovani ricevono dal vescovo Daniele e trasmettono a tutti i presenti.
(da Il nuovo Torrazzo)